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UNITA’ DIDATTICA 1 - STORIA - CLASSI IV A

SCHEMA SINTETICO:

STAGNAZIONE DEMOGRAFICA

  1. demografia: a partire dal 1575 e fino al 1710 si interrompe l’incremento demografico e si ha un ristagno.
    1. dati, stime popolazione europea: 1590: 100 milioni; 1650: di poco superiore ai 100 milioni. Calo o ristagno in Spagna, Italia e Germania; crescita lieve Inghilterra e Paesi Bassi.

  2. fattori del ristagno demografico:
    1. epidemie di peste: la peste, che era rimasta allo stato endemico, ricompare in forma di grandi epidemie ad ondate successive che raggiunse il suo culmine nel periodo 1618 - 1648, da ricordare la grande epidemia del 1630.
    2. infezioni endemiche: sifilide, tifo, vaiolo, tubercolosi e malaria. Malattie infettive dovuto alle cattive condizioni igienico-sanitarie, alimentari o a caratteristiche del territorio. Tali malattie erano spesso confuse con la peste. Pur avendo un grado di mortalità minore, per la loro endemicità e diffusione provocarono un numero di morti pari a quello della peste (es. tifo petecchiale) (malattie infettive [batteriche e virali]e parassitarie).
    3. crisi agricola: peggioramento condizioni alimentari, cattivi raccolti, gravi carestie: causa di ciò la rigidità dell’agricoltura dovuta alla mancanza di sviluppi tecnologici capaci di aumentare la produttività garantendo alimentazione per l’intera popolazione; anche peggioramento del clima più freddo e più umido: la soglia della sovrappopolazione si collocò intorno ai 90 - 100 milioni.

CRISI ECONOMICA

  1. situazione economica generale: al contrario del XVI il XVII secolo è caratterizzato da una stagnazione generale nel commercio e nella produzione manifatturiera, con fasi di crisi e caduta. Aumentarono anche i conflitti economici: sia tra i diversi gruppi all’interno dello stesso stato; sia tra stati diversi.
    1. Dati generali: fino al 1620 continua il trend positivo; dal 1620 si ha una crisi che segna una frattura strutturale colo periodo positivo precedente che era cominciato verso la fine del XV secolo:
      1. Manifattura tessile: volume produzione identico al secolo precedente o leggermente inferiore: crollo o crisi di alcune regioni (Italia, Spagna, Fiandre) sostituite da incremento e crescita di altre (Province Unite): non si ha allargamento del mercato ma sostituzione.
      2. Commercio internazionale: volume diminuisce, lieve contrazione; si ha sostituzione delle tradizionali potenze commerciali (Spagna, Portogallo, Italia) con Inghilterra e Olanda. Crisi del Baltico, Atlantico e Mediterraneo.

    2. Modelli interpretativi: la crisi viene spiegata secondo due approcci diversi:
      1. modello monetarista: caso Spagna - Americhe: esaurimento miniere preziosi, rallenta circolazione moneta, arresto o caduta dei prezzi; caduta saggio di profitto; ritiro capitali da commercio e manifattura verso investimenti tradizionali e sicuri: la terra: ritorno alla feudalizzazione, rendita passiva affitto e gestione indiretta.
      2. modello globale: sottostima tesoro americano, commercio e indipendenza andamento commercio tesoro americano con cronologia crisi 600. Secondo tale interpretazione fu la stagnazione delle basi demografiche e agricole della società ad influire negativamente su produzione e commercio.

    3. La società bloccata: stagnazione demografica, imposizione fiscale, rifeudalizzazione, conducono ad irrigidire la struttura sociale europea, ad aumentare la sproporzione nella distribuzione delle risorse.
      1. crisi agricola. Tecnologia agricola e crescita mercati insufficiente, le crisi agricole, riducono il mercato, le attività produttive diminuiscono, le classi egemoni ripiegano sulla rendita terriera parassitaria, aumenta lo sfruttamento del lavoro contadino. Popolazione, produzione, prezzi, ristagnano. Tutto il peso economico grava sulla popolazione contadina.
      2. conflittualità: interna: riduzione risorse e aumento sfruttamento agricolo e fiscale producono conflittualità tra gruppi sociali (proprietari e contadini, operai e imprenditori, laici ed ecclesiastici, contribuenti e fisco). Esterna: lotta fra gli stati per l’egemonia nel commercio internazionale che produce i conflitti del secolo.

    4. Il mercantilismo: complesso di pratiche e dottrine economiche che caratterizzò il XVII secolo. Idea centrale era: commercio beni vincolato dalla limitata produzione dei beni, crescita quote mercato di un paese possibile solo attraverso la diminuzione delle quote degli altri paesi. Altre dottrine comuni del M.:
      1. crescita agricola bloccata;
      2. ricchezza è data dalla quantità di preziosi presenti entro il territorio dello stato,
      3. potenza economica funzione del commercio: quantità di preziosi in uscita inferiore a quella in entrata;
      4. potenza stato e interesse mercanti convergono: stato deve garantire una bilancia commerciale con l’estero in attivo;
      5. politica commerciale di blocco delle importazioni e sviluppo importazioni; lavorazione interna materie prime;
      6. strumenti. politica doganale rigida; controllo e regolamentazione industrie; blocco circolazione beni; costituzione di monopoli commerciali.

    5. compagnie commerciali monopolistiche: per garantire le entrate dal commercio internazionali gli stati creano monopoli affidati a società private per il commercio con le colonie. Garanzia del profitto ma eliminazione della concorrenza e riduzione dell’innovazione con creazione di rendite parassitarie.

LE PROVINCE UNITE

  1. Caratteri generali: crisi determina il rafforzamento di alcuni paesi come le province unite o province settentrionali dei paesi bassi identificate con l’Olanda e Amsterdam. L’Olanda fu caratterizzata da una crescita economica, commerciale, territoriale sostituendosi nei mercati al Portogallo. Gli elementi di questo processo sono:
    1. graduale importanza dei paesi bassi settentrionali rispetto a quelli meridionali soggetti alla Spagna;
    2. controllo del commercio nel Baltico e nel mediterraneo;
    3. espansione commerciale nell’oceano indiano ai danni dell’impero portoghese e controllo del mercato delle spezie;
    4. costituzione della compagnia delle indie orientali e monopolio del mercato;
    5. crisi dell’impero portoghese;
    6. guerre commerciali per il controllo dell’indiano;
    7. formazione di un impero coloniale attraverso il controllo del commercio, della produzione e l’asservimento della popolazione come manodopera a basso costo per mezzo di strumenti repressivi e violenti;
    8. caratteristiche del traffico commerciale nell’impero coloniale olandese e supremazia olandese nel commercio Europa - Asia;
    9. espansionismo olandese in America.

  2. Innovazioni economiche e finanziarie: nuovo ruolo della banca pubblica nel garantire i debiti dello stato presso i privati, la stabilità del cambio, la raccolta del denaro e il suo investimento. Anche nel commercio si ha una più razionale organizzazione del mercato. Si introducono abitudini e usi nuovi nell’alimentazione e nel costume. Si sfruttano meglio le materie prime e si controlla efficacemente l’intero ciclo economico: estrazione - raccolta materie prime, produzione e commercializzazione.
  3. Motivi del successo olandese: diversi i fattori che determinarono il successo dell’Olanda:
    1. riequilibrio forze economiche: crisi Spagna, Italia, Portogallo, Germania, e capacità olandese di sostituirsi ad essi;
    2. efficiente organizzazione: politica, amministrativa, giuridica, dovuta alle piccole dimensioni ed alla presenza di ceti professionali, efficienti, motivati;
    3. assenza nobiltà parassitaria;
    4. repubblica commerciale: ceto egemone selezionato su basi e criteri meritocratici e commerciali e amministrazione politica secondo principio del profitto cui si conforme tutta la struttura della repubblica.

L’INGHILTERRA

  1. confronto tra Olanda e Inghilterra:
    1. inferiorità navale, commerciale e tessile inglese;
    2. soluzione conflitto nel XVIII secolo a vantaggio degli inglesi con la riv. industriale ;
    3. limiti Olanda: capitalismo commerciale su scala mondiale fondato sul comprare a basso prezzo e vendere ad alto prezzo. Supremazia basata su consumi lusso, limiti trasporti, rarità merci grandi distanze.
    4. dal 1670 Londra prevale su Amsterdam e ne prende il posto;
    5. conclusione: spiegazione di ciò non nella struttura commerciale e/o industriale, ma nella maggiore complessità sociale dell’Inghilterra.

  2. La struttura agraria del seicento e la situazione inglese: esame della situazione relativa alla proprietà terriera ed alle forme di conduzione del suolo:
    1. nel medioevo si ha l’evoluzione degli affitti ereditari e a canone fisso che differisce poco dalla piccolo proprietà;
    2. nel 500 e 600 ritorna dominante la grande proprietà attraverso: aggiornamento canoni; riduzione durata affitti; metodi usurai;
    3. la crisi del seicento danneggia la rendita fissa da affitto, la mezzadria, ecc.; la grande proprietà reagisce aumentando lo sfruttamento dei contadini e/o attraverso la rifeudalizzazione;
    4. tuttavia in questi casi la gestione della terra avveniva su scala familiare con i vecchi sistemi causa mancanza di capitali da investire e perciò risultava antieconomica.
    5. nuova agricoltura: grandi estensioni, prati artificiali, bestiame, rottura con sistemi rigidi tradizionali (incolto, proprietà comune, rotazione triennale), forte proprietà privata, spirito di profitto.
    6. la rivoluzione agraria in Inghilterra: la trasformazione della conduzione agraria in senso capitalistico e secondo la logica del profitto avvenne in Inghilterra tra 600 e 700: e si basò su: recinzioni, lavoro salariato, eliminazione della proprietà comune dei villaggi, gestione diretta della terra, prati artificiali, applicazione tecniche agronomiche avanzate attraverso investimento di capitali.
      1. gruppi sociali protagonisti:
        1. Gentry: piccola nobiltà originatasi nel XV secolo;
        2. Yeowman: piccoli proprietari o affittuari borghesi;
        3. piccola proprietà e piccoli affittuari: crisi, miseria, lavoro salariato.

      2. Conclusione: crisi xviii secolo determinò l’accelerazione del processo di capitalizzazione della terra che prende decisamente avvio in questo periodo.

IL DECLINO DELLA SPAGNA E DELL' ITALIA

  1. La potenza spagnola: fondata su tre fattori:
    1. Metalli preziosi americani;
    2. Prelievo fiscale nei paesi sottomessi;
    3. Potenza economica e militare Castiglia;
    4. XVII secolo: tutti questi tre fattori vengono meno.
    5. Crisi generale della Spagna: incapacità di investire i capitali accumulati per sviluppare la propria struttura produttiva e dispersione capitali nelle importazioni e nelle guerre:
      1. Assenza ceti produttivi: cacciata moriscos e ebrei;
      2. Passaggio dall'agricoltura specializzata al latifondo e all'allevamento brado.

  2. La situazione italiana: egemonia Spagna che controlla il regno delle due Sicilie e il ducato di Milano e indirettamente gli altri stati della penisola
    1. La situazione del meridione: calo redditi fondiari e assenza borghesia produce la rifeudalizzazione e l'economia del sud si avvia al sottosviluppo: esportazione materie prime e importazione beni di lusso e ad alto valore aggiunto.
    2. Italia centro settentrionale: crisi industrie laniere mentre l'industria serica continua a reggere;
    3. Cause: fiscalismo, crisi del mediterraneo, malgoverno spagnolo, rifeudalizzazione, ritorno all'investimento immobiliare terriero,

Gianfranco Marini